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RENATO AYMONE
TOMMASO LANDOLFI
analisi e letture
112 pagine

formato 16,5x22 cm

anno 1978

Questo saggio su Landolfi si imposta essenzialmente su una analisi tematica, ma più propriamente topologica, strettamente coniugata a un indirizzo strutturale; indirizzo orientato non solo a enucleare i meccanismi narrativi essenziali dell'opera landolfiana ma a motivare il senso inerente a determinare soluzioni, a scavare nel processo contingente dell'iter narrativo per ragionare intorno al suo materiale concretarsi come storia definita e definitiva. Si trascorre così, in certo modo, coerentemente, da un'idea di racconto critico a un'idea di critica congetturale. Dove Aymone, fondandosi implicitamente sul presupposto che sia nel campo dell'analisi critica come dell'invenzione narrativa l'originalità è assai spesso un equivoco, a parare non di rado la voce assoluta della prima persona, convoca sulla pagina l'autore medesimo ed altri autori e critici illustri, come Debenedetti, a discutere e a proporre il loro punto di vista. Circa la questione delle fonti, un vero e proprio "almanacco di Gotha della poesia e del romanzo", come scriveva Debenedetti, Aymone suggerisce documentatamente un paio di nomi sostanzialmente inediti in essa, e di tutto rispetto: Boccaccio e Leopardi, senza peraltro rinunciare a precisi confronti con autori di più acquisita comparazione. Nel saggio non mancano, inoltre, ricorsi a un ventaglio metodologico che va all'a fondo sociologico e risale all'antropologia, dalla notazione stilistica al ricorso psicanalitico. 

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Aggiornato il: 12 marzo 2023