Gli anni che videro
la nascita, l’infanzia, gli studi, gli
scritti del sacerdote Pasquale Vastano
(1881-1961), di S. Maria Capua
Vetere (Caserta), coincidono con il
periodo compreso tra il 1887
e il 1898 in cui il Paese visse
una profonda crisi generale,
contraddistinta dallo sfacelo di
un’agricoltura fondata sulla
piccola proprietà. D’altra parte sia lo
sviluppo di accumulazione
capitalistica sia il successivo
fenomeno di industrializzazione, che
caratterizzarono il decennio
1890-1900, si compirono a prezzo
di un pesante sfruttamento dei
lavoratori. Nello stesso
tempo l’esodo dalle campagne
produceva masse di disoccupati che
l’industria nascente non
poteva assorbire del tutto: la
valvola di sfogo restava l’emigrazione.
La situazione sfociò in una
notevole tensione sociale. Ben
presto si fece sentire la protesta
operaia: nel 1882 nacque il
Partito Operaio Italiano e nel
1892 a Genova il Partito Socialista
Italiano. Accanto ai marxisti si
erano destati anche i cattolici,
fondatori nel 1874 dell’Opera dei
Congressi. Pure la Chiesa si era
aperta ormai ai problemi del
mondo del lavoro con l’enciclica Rerum
Novarum (1891). Se la
situazione in Italia era a grosse
linee questa, non diversa, se non più
tragica, era quella presente
nella Campania e in particolare
in Terra di Lavoro. Caratteristica della
regione era lo stretto
intreccio tra sviluppo e
sottosviluppo, che generalmente
distingueva l’area costiera da quella
delle zone interne. Da varie zone
del casertano tra il 1900 e il 1904
quasi un milione di
contadini emigrarono in massa
verso gli Stati Uniti, non potendo
vivere con un reddito
oscillante intorno alle trecento
lire. Nello stesso periodo di circa il
60% era il tasso di
analfabetismo. Arretratezza
economica e disgregazione sociale fecero
il resto. In questo
contesto si organizzò il
movimento della classe operaia in
Campania nel primo quindicennio
del Novecento. In area cattolica
c’è da registrare in quegli anni una
serie di provvedimenti presi
dal cardinale Alfonso Capecelatro,
arcivescovo di Capua (1880-1912). In
particolare così
scriveva il Vastano nella Predica su S.
Giuseppe, del 1903: «Dappertutto si
manifesta in questi ultimi
anni un grande e unanime empito
di affetto per le classi lavoratrici ed
in particolare per gli operai. Tutti si
professano amici dell’operaio, e
letterati e filosofi: si mostrano tutti
altamente preoccupati a sollevare la
condizione dell’operaio. Chi sarà
il vero amico dell’operaio? Attendete
bene a questo principio: il vero amico
dell’operaio è quello che lo
consola, facendogli conoscere la sua
dignità. Vediamo pertanto chi riveli
all’operaio la
sua dignità, chi sia il suo vero amico.
Sarà forse amico dell’operaio il
filosofo, il letterato, l’economista?
Chi dunque rivela
all’operaio la sua dignità? Forse i
moderni demagoghi? Poveri operai! Aprite
i vostri occhi, venite
alla scuola di Gesù Cristo. Egli,
il Figliuolo di Dio, l’Unigenito del
Padre, nessuna classe ha voluto esaltare
tanto, quanto la classe operaia.
Ma erede dello spirito di Gesù Cristo,
la Chiesa fa conoscere all’operaio la
sua dignità e
l’alta missione a lui affidata, e con
irrefrenato slancio d’amore ripete
attraverso i secoli la tenera parola
del Nazareno: “misereor super
turbam”» (Mt 6,34).
Giancarlo Bova ha pubblicato numerosi saggi
sull’Ottocento e sul Novecento in Terra
di Lavoro: Ricordando
Alfonso Capecelatro cardinale
arcivescovo di Capua. Carteggio
Capecelatro-Vastano, «Benedictina», 2
(1989); Il Capecelatro e
la soppressione degli ordini
religiosi, «Benedictina», 1 (1991);
Cenni storici sul Capitolo di S. Maria
C.V: da un ms. del can.
Vastano, «Capys», 23 (1990);
Ricordo del maestro Ettore Bova, «Capys»,
22 (1989); L’Associazione dei Reduci
delle Patrie
Battaglie di S. Maria C.V. e il
garibaldino Nicola Vastano, «Capys»,
24-25 (1991-92); La biblioteca del
canonico Vastano,
«Capys», 26 (1993); Carteggio
Sturani-Capecelatro, «Capys», 27 (1994);
Il clero della diocesi di Caserta tra
Ottocento e
Novecento, in Caserta e la sua diocesi,
II, Napoli 1995; Capua e S. Maria
all’arrivo del Capecelatro, «Capys», 28
(1995); Il
Capecelatro e l’alba del XX secolo, «Capys»,
29 (1996); Carteggio De Bottis-Galante,
«Studi Storici e Religiosi», 2 (1998);
Note di cronistoria di preti
militari: la battaglia del Volturno e la
Grande Guerra, «Studi Storici e
Religiosi», 1 (1999);
Rapporti tra clero e monarchia a
Capua ai primi del ‘900, «Benedictina»,
1 (1999); Una lettera del Capecelatro a
favore della
chiesa di S. Maria delle Grazie, «Benedictina»,
2 (1999); Il sacerdote Pasquale Vastano,
Napoli 2006; Prediche postume del
canonico Pasquale Vastano, I,
Napoli 2011; Prediche postume del
canonico Pasquale Vastano, II, Salerno
2022.
In copertina: don Pasquale Vastano, aiutante di Sanità,
Napoli 1915 (ottimizzazione foto
Graziano Bova)