Il presente volume
contiene l'edizione integrale di 67
pergamene del Capitolo Capuano, di 87
della Curia
Arcivescovile (comprese tra il 1460 e il
1467) e di 32 in Appendice (comprese tra
il 960 e il 1492), provenienti da
entrambi i fondi e dal Museo
Campano: in tutto 186 pergamene. A tale
cifra si aggiungono 11 regesti di atti
deperditi elaborati dallo lannelli a
metà XIX sec.,
per un totale di 197 pezzi relativi al
contado di Capua (ca 450 km²). Il libro
di Bova si presenta come «la
continuazione del suo lavoro imponente
di pubblicazione delle pergamene
dell'Archivio della Mater Ecclesia
Capuana, utilissima produzione
scientifica» (J.-P. Boyer- Université de
Provence Aix-Marseille 1). Si tratta di
une magnifique édition, un immense
travail d'édition, que témoigne de l'indéniable
apport de vos travaux à la communauté
scientifique et nous vous en sommes
redevables» (Th. Pécout - Université
Jean Monnet Saint-Etienne). «Il s'agit
d'une édition magnifique, bien dans les
règles de l'art paléografique et
diplomatique, qui rendra bien des
services. Votre introduction sur Capoue
à l'époque d'Alphonse le Magnanime est
aussi érudite que documentée» (M. Aurell
Université de Poitiers). Tale immenso
lavoro condotto da Bova su migliaia di
documenti inediti ha permesso di
formulare giudizi storici fondanti,
utili a studiosi italiani e stranieri»
(V. Brown - Pontifical Institute for
Mediaeval Studies, Toronto). È un
risultato straordinario quello che Bova
ha raggiunto negli ultimi decennio (E.
Widder - Università di Tubinga). «Con la
sua opera la storia medievale di Capua
non avrà più nessun mistero (M.
Balard-Sorbonne Université Paris 1). «Ci
si è trovati di fronte a un grado di
frammentarietà della grafia cosi elevato
da richiedere anche agli addetti ai
lavori il possesso di particolare
perizia per poterne recepire il
contenuto e sarebbe occorso, per la
comprensione complessiva dei testi,
l'intervento di un esperto in
diplomatica, specialista nella
conoscenza del latino in uso nelle
cancellerie locali e nel campo delle
indagini linguistiche e filologiche,
oltre che per le soluzioni di cronologia
nei casi di lacune di datazione» (L.
Orabona Università di Cassino). «Tra i
discepoli di Jole Mazzoleni, paleografa
di fama mondiale, Bova occupa ormai un
posto di primo piano (C. Capizzi -
Università di Roma 3). Nel volume Bova
riporta tra l'altro un prezioso
inventario di oggetti di uso quotidiano
(1463), disserta sul terremoto del 1456
e sulla cometa di Alley, sul feudo di
Ordichella concesso a Onorato Gaetano,
conte di Fondi, sulla nomina di Giordano
Gaetano, arcivescovo di Capua, a
preposito commendatario della chiesa di
S. Magno nella diocesi di Fondi, sulla
nomina dello stesso ad abate
commendatario della SS.
Trinità di Gaeta. Per quanto riguarda la
cattedrale Bova tratta, in particolare.
dell'amore per la liturgia da parte
dell'arcivescovo, che con la costruzione
di un grandioso organo a canne (1456)
potenziò la
Schola Cantoram, affiancando al canto
gregoriano, eseguito a cappella senza
strumenti, il canto corale con
l'accompagnamento dell'organo. L'evento
anticipò la
istituzione in Vaticano (1471 ca) di una
cappella musicale (Sistina), voluta da
Sisto iv, la quale riuniva le due
Scuole, la romana e la franco-
fiamminga. Interessanti le pagine
dedicate da Bova all'ampliamento della
cattedrale, soprattutto alle maioliche
della sagrestia e al quadriportico.
Concludono il lavoro le citazioni di una
cartiera cарuала
(1465) e dell'incunabolo Breviarium
Capuanum stampato a Capua (1489).